26.5.15

8 spunti per le donne, per crescere professionalmente e socialmente


Noi donne di oggi crediamo di aver fatto mille passi avanti rispetto alle nostre nonne, e invece bisogna ammettere che ne abbiamo fatti a mala pena cento. Attenzione: quei cento hanno un valore immenso, ma è importante essere consapevoli del proprio reale punto di partenza, per emanciparsi e dare a se stesse l'opportunità di crescere davvero, nel lavoro così come nella vita.
Spesso, nel mio lavoro, le donne notano che è soprattutto il nostro genere a rivolgersi a un certo tipo di formazione relativa alla crescita personale, e molte sono convinte del fatto che è così perché siamo avanti, perché siamo più sveglie; secondo me, invece, è perché ne abbiamo più bisogno. Quante volte, per esempio, ci si vorrebbe dedicare a un progetto e poi ci si fa assorbire dalle faccende di casa, dal dramma amoroso di un'amica o dalla giornata no del proprio partner? Quanto spesso capita che, fermamente convinte di essere l'unico e assoluto orizzonte di vita di un figlio/a, finisce che è lui/lei a diventare l'unico e assoluto orizzonte di vita delle proprie giornate?
E quanto è ricorrente quella situazione in cui si sa benissimo cosa si desidera realizzare, ma ci si sforza di accontentarsi di ciò che si ha già, tacitamente schiacciate dal lato peggiore del detto "Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova"?
È tutto assolutamente comprensibile, vista la storia che abbiamo alle spalle, ma ognuna di noi, in fondo, desidera cambiare musica... e iniziare a ballare :-D

Sono tutti tranelli auto-imposti.

Già, la Cenerentola che dimora in ogni donna, con serenità e fiducia, a un certo punto del proprio cammino deve prendere coscienza di queste ombre tipicamente femminili - vanno assolutamente conosciute e trascese, per creare qualcosa di bello nella vita.
È un tranello auto-imposto questo meccanismo attraverso cui, pur sapendo esattamente qual è la direzione da prendere per essere felici e realizzate, ci si perde tra piatti, lavatrici, pavimenti ed emozioni altrui. Tutte, in fondo, sappiamo che una stanza linda conta molto meno dell'auto-realizzazione, come professioniste e come donne. Tutte, a ben vedere, siamo consapevoli del fatto che l'amica o il marito ce la fanno tranquillamente a superare i loro 5 minuti di tristezza e scoraggiamento, poiché hanno tutte le risorse e le capacità per farlo. Sono trappole, insidiosi tranelli che inconsciamente si alimentano, per avere un alibi per procrastinare. Procrastinare l'eventualità di un fallimento; procrastinare la percezione del terrore di buttarsi nel vuoto; procrastinare la vergogna atavica del finire sotto ai riflettori, con tutte le luci del palcoscenico puntate addosso. Ma la fine della storia di Cenerentola è una soltanto, e ci ricorda qual è il potenziale di ogni donna: trasformarsi da schiava a principessa, e poi a regina!
I figli, e l'amara disfunzionalità della genitorialità italiana. Il detto "Per crescere un bambino ci vuole un villaggio" dona una perla di saggezza chiara ed estremamente preziosa: deve essere un villaggio a crescere un/una bambino/a, e non una madre. Tralasciando il mero interesse egoistico, che giustamente ogni madre tende a mettere in secondo piano rispetto al bene dei propri figli – anche se questo è un modo di pensare dualistico che, prima o poi, secondo me, è bene superare – soffermiamoci un momento sui figli. A me, come esempio di mia madre, come eredità su cui mi faccio forza nei momenti di bisogno, non sono rimasti i ricordi delle volte in cui lei si abnegava, in cui rinunciava a se stessa per il mio bene, o pensava che fossi io la ragione per cui non inseguiva un sogno. Mi sono rimasti, invece, i ricordi di lei, bellissima, che si truccava, si pettinava e si vestiva come una dea dell'Olimpo; i mille momenti di gioia e vitalità in cui viaggiavamo insieme per tutta l'Italia, con la macchina e con gli amici; i gloriosi giorni in cui lei godeva del giusto riconoscimento e di un meritatissimo successo sul lavoro. È stupendo poter donare a chi si ama la meravigliosa immagine ed esperienza di una donna piena, entusiasta, felice, realizzata, coraggiosa e cosciente del valore che, attraverso il proprio contributo, offre al mondo. Sono felice quando realizzo che un'altra persona, nei momenti di sconforto, può ricordare la forza del mio spirito e del mio carattere e, invece di buttarsi sul cibo per esempio, anche grazie a questo stimolo e all'ispirazione che le arriva da me, può riprendersi e superare le difficoltà. Mi piace la consapevolezza di stare lasciando questa eredità al mondo, anche se non ho dei figli; lasciare questa impronta nella coscienza collettiva è reale, e fa bene tanto a me quanto all'intera famiglia dell'umanità che tutti insieme formiamo.
Non è bello trasformare il prossimo, soprattutto se lo si ama, in un alibi per non rischiare; è bello fare un atto d'amore, invece, verso se stesse, e implicitamente anche verso di lui/lei, scommettendo sul proprio valore e sulla ricchezza che si può creare, nella società, se si punta sul proprio sogno nel cassetto.
Il mitico detto "Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova", vuol dire anche avventura, sorprese, eccitazione, vitalità, meraviglia, stupore, divertimento e passione! Io sono cresciuta in un contesto in cui tutti volevano il posto fisso, una vita stabile, delle sicurezze, una casa, un mutuo, queste cose qui; e invece devo dire che, nella mia vita di precaria, free-lance, con mille collaborazioni, stimoli, novità e accadimenti improvvisi, mi diverto così tanto! Mi sento così viva, e libera! Ci sono movimenti, slanci, possibilità, rapporti umani stupendi, reti che si creano, si modificano, si trasformano, innovazioni sempre in atto. In altre parole, il mistero, l'inaspettato e l'incertezza rispetto a ciò che il futuro ci riserva sono l'essenza stessa della vita – perché mai perdersele?

Come cambiare approccio, per svilupparsi, realizzarsi ed essere felici.

Ed ecco gli 8 spunti che io offro per cambiare il proprio approccio di donne, per passare dal ristagno, dall'insoddisfazione e dall'auto-sabotaggio alla vitalità, all'appagamento e al successo.

1) Ogni donna è un centro propulsore da cui si propaga Amore. Più è felice, realizzata e appagata, più chi le è intorno è inondato di amore, luce e ispirazione, traendone sicuro giovamento. Dedicarsi in primis alla propria realizzazione è essenziale, non solo per sé ma per l'intera comunità.
2) Una scala di priorità è fondamentale, ma soprattutto lo è esserle fedeli con le proprie azioni quotidiane. Nel braccio di ferro tra il pavimento lucido e il progetto di vita, tutto sommato, il primo perde in partenza! Quando ci si sveglia, la mattina, bisogna fare sempre qualcosa per il proprio progetto di vita, prima del pavimento; il pavimento può essere rimandato, la vita della propria anima no.
3) Coinvolgere i propri cari nelle responsabilità è importante, perché se non si riesce a occuparsi del benedetto pavimento, ci penseranno il marito, il/la figlio/a o il/la coinquilino/a, che così avranno anche una preziosa opportunità: quella di rendersi utili, di cooperare e di dimostrare che su di loro si può contare.
4) Quando si intuisce che c'è qualcosa che non va (perché si sta ingrassando troppo, ci si sente poco vitali o si è perso il desiderio sessuale), non bisogna far finta di niente; è bene fermarsi e sentire cosa ne nasce, attivamente, in termini di nuova motivazione e rinnovata gioia di vivere. Non è tempo sprecato, anzi: è il miglior tempo della vita!
5) Credere in se stesse, nelle proprie intuizioni e nel proprio sogno, a prescindere dai risultati, è basilare. Nessuno deve raggiungere una meta prestabilita, perché la realizzazione consiste semplicemente nel camminare verso quella meta. È sufficiente continuare incessantemente quel viaggio, per avere successo ed essere felici; il traguardo non esiste, o meglio esiste solo nella nostra mente, lo creiamo perché ci serve per proseguire nel cammino ;-)
6) Condividere le proprie gioie, passioni e realizzazioni con gli altri fa brillare noi stesse e chi ci sta intorno. Tutte le storie sulle invidie, sul fatto che gli altri si sentono a disagio, o che è sbagliato ostentare i propri successi non funzionano, non solo per noi ma neanche per il bene comune – condividere, invece, sì: aiuta a realizzarsi tutti contemporaneamente.
7) Nella propria vita e giornata, bisogna tenere solo ciò che nutre la nostra realizzazione, e lasciar andare tutto il resto – progetti, abitudini, relazioni, schemi mentali, pregiudizi, tutto. Questo viaggio è importante, è la grande opportunità, è un peccato sprecare il preziosissimo tempo che abbiamo in dono; bisogna usarlo in nome dell'amore, della passione e della gioia.
8) Celebrare ogni giornata è la chiave. Sì, perché se un dio esiste (e secondo me esiste, dentro ogni persona), ama gli esseri umani e vuole vederli felici – non è lì per veder sudare, faticare e partorire con dolore, ma piuttosto amare, splendere e sbocciare. Così, come avviene in tutto nella natura, a mano a mano che un fiore appassisce, nutre la terra su cui cade.

Ilaria Cusano



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