5.5.15

I soldi, la gioia e disintossicarsi.


A dispetto di molte informazioni fuorviate che ci sono arrivate nel corso degli anni dalla nostra società, tutti noi sappiamo che fare, produrre e fatturare non sono i veri scopi dell'esistenza, né tanto meno dei validi parametri in base a cui misurare il benessere reale di persone e comunità. Molti di noi stanno prendendo piena consapevolezza di questa verità grazie alla mitica crisi; molti altri l'avevano già fiutata in passato; altri ancora, come me, hanno deciso volontariamente di operare una vera e propria disintossicazione dal denaro e da tutte le credenze dannose relative a tale sfera della vita.

Una pazza storia, non soltanto mia

Già, perché nel corso del tempo ho incontrato e conosciuto tante persone che, come me, per una ragione o per un'altra, si sono sentite più messe in difficoltà, che facilitate, dai grossi afflussi di denaro e di possibilità materiali. A me, come molti nati negli anni '80, è capitato di crescere nella super bambagia, di avere tutte le opportunità possibili e immaginabili, nonché di fare successo subito, nella mia carriera, e di trovarmi a guadagnare somme veramente grosse, per essere una poco più che ventenne. Si sente parlare poco di queste storie, ma facendone parte in prima persona si scopre che, per lo più, chi le ha vissute e le vive si vergogna di raccontarle, perché si sente in colpa nei confronti di chi possiede meno, perché teme di apparire come una persona che non ha meritato la propria fortuna, o semplicemente perché si rifiuta di dare alle questioni materiali un'importanza eccessiva, rispetto a quella che effettivamente esse hanno nella cosiddetta “economia della felicità”.
Come rappresenta egregiamente la pubblicità di Mastercard, infatti, non tutto si può acquistare con la carta di credito, e chi ha visto la propria famiglia, le persone che più ama, smarrirsi e/o spegnersi affettivamente e spiritualmente proprio in virtù di tale illusione, sa bene che il nocciolo della questione non è quanto guadagni, fatturi o sali nella scala sociale, ma quanto vali veramente, quanto trasmetti di utile all'umanità e quanto sai essere e rendere felice.

Cos'è, allora, il successo, e come interagisce con il denaro?

Il denaro e le possibilità materiali sono fantastici, nella misura in cui vengono usati per fare del bene, per dare forma alla propria creatività, passione e missione, per realizzare prodotti e servizi che migliorano la qualità della vita delle persone e delle società – in sostanza, per nutrire ciò che vale.
Il vero successo ha un significato e un sapore soggettivi, ma sicuramente ha a che fare con un'esperienza personale e intima di gioia e appagamento, e non con l'adesione ai condizionamenti, alle aspettative e alle indicazioni di un sistema che, in fatto di gestione dell'economia, con il migliore degli eufemismi, può essere definito solo come “intossicato”.
Bisogna cambiare, e tutto intorno a noi sembra gridarlo, giorno dopo giorno, da anni ormai; è necessario ritornare all'origine del valore economico, origine che sta proprio nella gioia, una delle sei emozioni fondamentali che accomuna l'intero genere umano. Quando sappiamo generare gioia, in noi stessi e nel prossimo, possiamo esser certi che l'economia che stiamo alimentando è sana, e che ciò che stiamo producendo può, a ragione, esser chiamato Ricchezza.

Ilaria Cusano


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