9.7.15

Parli con una persona o con un software? [Stai superando il limite?]


A proposito di amore, bellezza e realizzazione lavorativa, qualche giorno fa, nella relazione con alcuni personaggi noti e da me indubbiamente stimati, mi sono resa conto di una sensazione particolare che provavo, dovuta al fatto che il rapporto è veicolato da Internet e da dei computer: avevo la netta percezione di stare relazionandomi più con dei software che con degli esseri umani in carne e ossa.
Nel film “Lei”, di Spike Jonze, il protagonista si innamora del suo avanzatissimo sistema operativo, il quale comunica tramite una voce femminile ed è dotato di una forma di intelligenza artificiale che gli permette di imparare dall'esperienza e di sviluppare le doti relazionali alla velocità della luce – trattandosi di una macchina, si tratta solo di informazioni che vengono processate, nient'altro, non ci sono vita, emozione, magia, solo input e output, circostanza e risultato. Lui, però, l'uomo in carne e ossa, viene rappresentato come un individuo solo, alienato, con una scarsa percezione della differenza tra realtà e fantasia, e come un uomo alla fine destinato a soffrire.

L'amore transita anche attraverso pc e ADSL?

La mia esperienza mi dice di sì, e anche a dei livelli che molti anni fa avrei reputato fantascientifici! Nel corso del tempo mi sono ritrovata a scoprire che l'affetto, l'ispirazione, l'empatia, la simpatia, la vicinanza emotiva e il supporto possono sicuramente essere veicolati anche tramite e-mail, tweet, foto, video e messaggi su WhatsApp, e possono giungere ai/al destinatari(o) non solo come parole e immagini, ma anche come intento ed energia – bisogna esercitarsi su dei canali in parte diversi rispetto alla comunicazione faccia a faccia, bisogna sviluppare della capacità un po' differenti, ma alla fine il risultato c'è, la comunicazione può funzionare anche dal punto di vista femminile (pancia e cuore, affetti e sentimenti) oltre che maschile (impulsività e razionalità, istinti e calcoli).
Il problema, secondo me, si crea quando dall'altra parte non c'è una persona, ma un software. Ci sono, infatti, alcuni programmi che permettono di automatizzare l'invio di messaggi: cioè, se mi viene in mente un post da pubblicare su Facebook, per esempio, attraverso alcuni software posso programmarne la pubblicazione perché avvenga tra tre giorni a una certa ora, invece che nel momento in cui io sento che è giusto, opportuno. Per i professionisti è comodo perché si automatizzano delle azioni che, diversamente, richiedono la propria presenza in un determinato posto e momento, per essere compiute – io, se è il software a pubblicare il mio post, nel frattempo posso stare anche sotto la doccia o a fare il bagno al mare. Eppure io sento che, quando qualcuno comunica in questo modo, a me la relazione con lui/lei non interessa più, perché non mi tocca, non mi muove niente dentro, mi giunge fredda e arida come il metallo, come i numeri del sistema binario, come il vuoto. Allora non c'è più amore, c'è solo tecnica, e a nessuna persona sana importa della tecnica, tutti vogliamo vivere, appassionarci, amare, emozionarci, toccare e essere toccati.

Io ho scelto questo:

1) Dell'aspetto umano della comunicazione mi occupo io in carne e ossa, sempre; dietro alle e-mail, ai post, agli articoli, ai video, la base di tutto sono io come persona intera, fatta di corpo, mente e anima. Posso delegare la strategia SEO e il monitoraggio delle visite e conversioni (gli aspetti più tecnici), ma al resto desidero dedicarmi io, dall'inizio alla fine, anche se questo vuol dire rimandare una doccia o una nuotata, perché voglio intessere relazioni tra esseri umani e non tra software.
2) Tecniche e strategie vanno bene, funzionano e sono utili per tutti, ma senza un intento amorevole e un sentimento non hanno assolutamente nessun valore, né umano né economico né sociale – niente di niente. L'unica comunicazione che vale è quella da cuore a cuore, e non si può implementare con delle tecniche e delle strategie perché, a dispetto di quel che pensano molte persone, io so che nessuno di noi può essere manipolato: tutti scegliamo in chi e in cosa credere in base all'esperienza che intimamente ne facciamo, e se da cuore a cuore non succede niente, il rapporto dura ben poco, perchè di fatto VALE ben poco.
3) Le dinamiche della comunicazione sono uguali dentro e fuori Internet, profondamente non ci sono differenze: il grado di disponibilità, coinvolgimento, partecipazione, così come le caratteristiche che noi mettiamo in campo in rete sono le stesse che ci appartegono in quanto persone. Solo la modalità comunicativa cambia (se uso un pc uso anche più parole, di persona in certi casi posso affidarmi a uno sguardo, per esempio), le informazioni sono le stesse, perché sono quelle che possono “andare in onda” attraverso di noi, in base a come siamo fatti e a come funzioniamo.
4) Esprimersi è diverso da relazionarsi, parlare non è la stessa cosa che dialogare: per esprimersi e per parlare non occorre nessuna reciprocità, così come per guardare da fuori e per prendere da qualcuno. A me interessa relazionarmi e dialogare, stimolare la partecipazione, il confronto e lo scambio; è questo l'obiettivo della mia comunicazione. Mettermi in mostra, fare lo show, essere la prima ballerina e l'unica al centro dell'attenzione non mi interessa; ho avuto molte volte queste opportunità, le ho colte tutte, ho vissuto queste esperienze e ho scoperto che non mi lasciano nient'altro che un ego sempre più grosso, il che non fa parte delle mie priorità, il mio ego è già grosso abbastanza, non occorre alimentarlo ancora.
5) Penso sia importantissimo essere coscienti di cosa lasciamo, ogni giorno, alle generazioni future. Io ci tengo a mettere a disposizione più possibilità e canali comunicativi (di persona, tramite Internet, da vicini, da lontano, in silenzio o servendosi delle parole, etc.), ma ci tengo anche che alla base di ognuno di essi ci siano delle persone con tutte le caratteristiche che fanno di un essere un Essere Umano. Per questo, nei miei corsi di formazione di life coaching, che si tratti di seminari di gruppo o di percorsi personalizzati, io riservo sempre un posto d'onore alla comunicazione in generale, e alla comunicazione non verbale in particolare, così come al dialogo con il proprio corpo (vedi yoga e seminario sul corpo come grande maestro) e con la natura (vedi formazione outdoor): perché in questi tempi così tecnici e tecnologici, per rimanere umani, dobbiamo dedicarci a questo, proprio come i più visionari ci hanno avvisati decenni fa tramite i film di fantascienza. Adesso ci siamo, siamo nella fantascienza. Comportiamoci di conseguenza, nella consapevolezza, nella bellezza e nell'amore, e tutto andrà bene.

Ilaria Cusano


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