A proposito di
amore, bellezza e realizzazione lavorativa,
qualche giorno fa, nella relazione con alcuni personaggi noti e da me
indubbiamente stimati, mi sono resa conto di una sensazione
particolare che provavo, dovuta al fatto che il rapporto è veicolato
da Internet e da dei computer: avevo la netta percezione di stare
relazionandomi più con dei software che con degli esseri umani in
carne e ossa.
Nel film “Lei”,
di Spike Jonze, il protagonista si innamora del suo avanzatissimo
sistema operativo, il quale comunica tramite una voce femminile ed è
dotato di una forma di intelligenza artificiale che gli permette di
imparare dall'esperienza e di sviluppare le doti relazionali alla
velocità della luce – trattandosi di una macchina, si tratta solo
di informazioni che vengono processate, nient'altro, non ci sono
vita, emozione, magia, solo input e output, circostanza e risultato.
Lui, però, l'uomo in carne e ossa, viene rappresentato come un
individuo solo, alienato, con una scarsa percezione della differenza
tra realtà e fantasia, e come un uomo alla fine destinato a
soffrire.
L'amore
transita anche attraverso pc e ADSL?
La mia esperienza
mi dice di sì, e anche a dei livelli che molti anni fa avrei
reputato fantascientifici! Nel corso del tempo mi sono ritrovata a
scoprire che l'affetto, l'ispirazione, l'empatia, la simpatia, la
vicinanza emotiva e il supporto possono sicuramente essere veicolati
anche tramite e-mail, tweet, foto, video e messaggi su WhatsApp, e
possono giungere ai/al destinatari(o) non solo come parole e
immagini, ma anche come intento ed energia – bisogna esercitarsi su
dei canali in parte diversi rispetto alla comunicazione faccia a
faccia, bisogna sviluppare della capacità un po' differenti, ma alla
fine il risultato c'è, la comunicazione può funzionare anche dal
punto di vista femminile (pancia e cuore, affetti e sentimenti) oltre
che maschile (impulsività e razionalità, istinti e calcoli).
Il problema,
secondo me, si crea quando dall'altra parte non c'è una persona, ma
un software. Ci sono, infatti, alcuni programmi che permettono di
automatizzare l'invio di messaggi: cioè, se mi viene in mente un
post da pubblicare su Facebook, per esempio, attraverso alcuni
software posso programmarne la pubblicazione perché avvenga tra tre
giorni a una certa ora, invece che nel momento in cui io sento che è
giusto, opportuno. Per i professionisti è comodo perché si
automatizzano delle azioni che, diversamente, richiedono la propria
presenza in un determinato posto e momento, per essere compiute –
io, se è il software a pubblicare il mio post, nel frattempo posso
stare anche sotto la doccia o a fare il bagno al mare. Eppure io
sento che, quando qualcuno comunica in questo modo, a me la relazione
con lui/lei non interessa più, perché non mi tocca, non mi muove
niente dentro, mi giunge fredda e arida come il metallo, come i
numeri del sistema binario, come il vuoto. Allora non c'è più
amore, c'è solo tecnica, e a nessuna persona sana importa della
tecnica, tutti vogliamo vivere, appassionarci, amare, emozionarci,
toccare e essere toccati.
Io ho scelto questo:
1) Dell'aspetto
umano della comunicazione mi occupo io in carne e ossa, sempre;
dietro alle e-mail, ai post, agli articoli, ai video, la base di
tutto sono io come persona intera, fatta di corpo, mente e anima.
Posso delegare la strategia SEO e il monitoraggio delle visite e
conversioni (gli aspetti più tecnici), ma al resto desidero
dedicarmi io, dall'inizio alla fine, anche se questo vuol dire
rimandare una doccia o una nuotata, perché voglio intessere
relazioni tra esseri umani e non tra software.
2) Tecniche e
strategie vanno bene, funzionano e sono utili per tutti, ma senza un
intento amorevole e un sentimento non hanno assolutamente nessun
valore, né umano né economico né sociale – niente di niente.
L'unica comunicazione che vale è quella da cuore a cuore, e non si
può implementare con delle tecniche e delle strategie perché, a
dispetto di quel che pensano molte persone, io so che nessuno di noi
può essere manipolato: tutti scegliamo in chi e in cosa credere in
base all'esperienza che intimamente ne facciamo, e se da cuore a
cuore non succede niente, il rapporto dura ben poco, perchè di fatto
VALE ben poco.
3) Le dinamiche
della comunicazione sono uguali dentro e fuori Internet,
profondamente non ci sono differenze: il grado di disponibilità,
coinvolgimento, partecipazione, così come le caratteristiche che noi
mettiamo in campo in rete sono le stesse che ci appartegono in quanto
persone. Solo la modalità comunicativa cambia (se uso un pc uso
anche più parole, di persona in certi casi posso affidarmi a uno
sguardo, per esempio), le informazioni sono le stesse, perché sono
quelle che possono “andare in onda” attraverso di noi, in base a
come siamo fatti e a come funzioniamo.
4) Esprimersi è
diverso da relazionarsi, parlare non è la stessa cosa che dialogare:
per esprimersi e per parlare non occorre nessuna reciprocità, così
come per guardare da fuori e per prendere da qualcuno. A me interessa
relazionarmi e dialogare, stimolare la partecipazione, il confronto e
lo scambio; è questo l'obiettivo della mia comunicazione. Mettermi
in mostra, fare lo show, essere la prima ballerina e l'unica al
centro dell'attenzione non mi interessa; ho avuto molte volte queste
opportunità, le ho colte tutte, ho vissuto queste esperienze e ho
scoperto che non mi lasciano nient'altro che un ego sempre più
grosso, il che non fa parte delle mie priorità, il mio ego è già
grosso abbastanza, non occorre alimentarlo ancora.
5) Penso sia
importantissimo essere coscienti di cosa lasciamo, ogni giorno, alle
generazioni future. Io ci tengo a mettere a disposizione più
possibilità e canali comunicativi (di persona, tramite Internet, da
vicini, da lontano, in silenzio o servendosi delle parole, etc.), ma
ci tengo anche che alla base di ognuno di essi ci siano delle persone
con tutte le caratteristiche che fanno di un essere un Essere Umano.
Per questo, nei miei corsi
di formazione di life coaching, che si tratti di seminari
di gruppo o di percorsi
personalizzati, io riservo sempre un posto d'onore alla
comunicazione in generale, e alla comunicazione
non verbale in particolare, così come al dialogo con il proprio
corpo (vedi yoga
e seminario
sul corpo come grande maestro) e con la natura (vedi formazione
outdoor): perché in questi tempi così tecnici e tecnologici,
per rimanere umani, dobbiamo dedicarci a questo, proprio come i più
visionari ci hanno avvisati decenni fa tramite i film di
fantascienza. Adesso ci siamo, siamo nella fantascienza.
Comportiamoci di conseguenza, nella consapevolezza, nella bellezza e
nell'amore, e tutto andrà bene.
Ilaria Cusano
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