30.6.15

In rete ognuno mostra la propria bellezza [ipocrisia o esercizio?]


Un po' noi donne che siamo ambigue e melliflue per natura, un po' l'articolo “Il pensiero positivo: la filosofia dell’ipocrisia” (che condivido appieno!), un po' la manifesta insofferenza della mia amica e collega Melissa (che comprendo bene, perché anch'io la provo spesso) di fronte alle persone robotiche, che invece di esprimere se stesse creano un avatar :-D … mi è venuta l'ispirazione per scrivere questo articolo.
Il nocciolo su cui ti invito a riflettere oggi, assieme a me, è questo: discernere tra il pensiero positivo stile Scientology e PNL e l'esercizio di coltivare l'intento di sviluppare certe risorse rimaste acerbe.
È un tema estremamente importante per me, per una ragione molto semplice: come professionista, ci tengo da morire a distinguermi da chi promuove il pensiero positivo stile Scientology e PNL, non perché disprezzi o biasimi chi ha scelto queste opzioni, ma perché io come life coach propongo altro. Ciò che io promuovo si chiama via dell'amore (e non del controllo, come si fa appellandosi al pensiero positivo), ed è un cammino vecchio come il cucco ma che è sempre essenziale tenere vivo, come fece il caro vecchio Gesù Cristo e come tuttora fanno tante persone in vari ambiti.
Ma andiamo più a fondo.

Controllo VS Amore – in che senso?

Il punto è uno solo, e nella vita arriva un momento (più volte, di solito, ciclicamente) in cui bisogna fare questa scelta enorme: o mi dedico a controllare oppure mi dedico ad amare. Non si possono fare tutte e due le cose contemporaneamente, o meglio le facciamo di continuo nelle piccole azioni quotidiane (ovviamente, posso amare mio figlio mentre controllo che non mi distrugga casa!), ma non le si può scegliere eticamente, come ugualmente prioritarie. È una questione gerarchica: o si mette il controllo in cima alla piramide, o l'amore.
Esempio concreto – l'amore nelle coppie: come obiettivo generale, come stella cometa da puntare sempre, io o mi applico per convincere mio marito che sarebbe bene che lui si comportasse come suggerisco io, oppure mi dedico a me stessa con lo scopo di imparare e re-imparare, ogni santo giorno, ad amarlo esattamente così com'è, nella bellezza che gli viene naturale e in quella che cambia negli anni.
Altro esempio – la realizzazione lavorativa: o decido che per me è più importante diventare un genio della tecnica, così, anche se ciò che offro non è un granché, occupo talmente tanto spazio con la mia pubblicità che tu non puoi non comprare i miei prodotti/servizi, a un certo punto (stile Berlusconi, per intenderci, che non si può dire che non sia stato un genio, dal punto di vista della strategia di marketing), oppure mi dico “io lavoro bene, mi formo e mi aggiorno di continuo, faccio del mio meglio per offrire cose utili alle persone, mi organizzo bene anche dal punto di vista tecnico, ma poi alla fine lascio che siano il tempo e l'effettiva qualità a darmi il loro magico responso”.
Sono due mondi, due pianeti, due universi paralleli che non si incontreranno mai.

Cosa c'è sotto, alla fine della storia?

C'è questo: chi mette in cima alla piramide l'esercizio del controllo, nel proprio profondo, crede che a regnare nel mondo umano siano la volontà, la forza, l'ideazione di strategie razionalmente valide e, in ultimo, la gerarchia basata sul potere.
Chi dà priorità all'amore, invece, intimamente crede nella supremazia del mistero, dell'inconscio, delle forze irrazionali che, come un tempo immaginavamo che facessero gli dei, governano il mondo, in una giustizia che va al di là delle nostre leggi, essendo assai meglio rappresentata da ciò che decide di fare Madre Natura, sia quando manda il sole e la brezza, sia quando opta per una catastrofe naturale enorme.
Ognuno di noi, in una certa misura, è chiamato dalla vita stessa a integrare queste due sfere dentro e fuori di sé, ma in qualche modo si farà sempre parte di due tribù diverse, che si possono amare tra loro, possono convivere e cooperare (assolutamente!), ma resteranno sempre profondamente differenti.
E tu? Di quale tribù fai parte e perché? L'hai scelto, ti ci sei dedicato/a o è un marchio con cui sei venuto/a al mondo? Scrivi nei commenti e invita altri a fare altrettanto – sono cose importanti ;-)
Ciao!

Ilaria Cusano


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