2.7.15

Sposarsi può rendere regine e re [Impopolarissimo articolo sul matrimonio]



L'amore... In questi tempi di diritti dei gay e delle coppie di fatto, di provette e uteri in affitto, di drag queen e di burlesque, io voglio tornare alle origini e parlare di una cosa antica: il matrimonio.
Innanzitutto un po' di storia. Questa istituzione esiste da molto più tempo di quel che si potrebbe credere; tante persone sono convinte che sia nata assieme al Cattolicesimo, mentre invece non è affatto così.
Nell'antica Roma, la formula che veniva pronunciata durante il rituale del matrimonio era “Ubi tu Gaius, ego Gaia”. Ora, al di là delle traduzioni da letterati (che in questa sede non ci interessano), noi che usiamo il fiuto e l'istinto possiamo sicuramente renderci conto di due fatti:
1) la parola “gaia/o” in Italiano ancora esiste e significa “felice”, “gioiosa/o”;
2) lo stesso termine, Gaia, viene utilizzato per riferirsi alla Madre Terra – e infatti ha origine dal greco e significa esattamente “Terra”.

Che c'entrano le coppie sposate con le regine e i re?

Voglio andare ancora più lontano, ma ci voglio andare attraverso una mia esperienza personale – i concetti sono noiosi, le storie invece sono appassionanti :-)
Io non sognavo l'abito bianco, da bambina non giocavo mai con le bambole, le Barbie mi sembravano barbosissime e non avrei mai detto che mi sarei sposata – non era proprio tra le mie priorità. Poi invece l'ho fatto, compiendo una delle scelte più azzeccate della mia vita, in termini di bellezza, amore e anche realizzazione lavorativa, nel mio caso. Ma questo l'ho scoperto dopo. Subito, invece, mi sono accorta di un fatto curioso: appena compiuto il matrimonio, anche se il mio e di Sandro è stato super bizzarro (quello spirituale è stato celebrato da un guru tantrico della Malesia, di notte, in mezzo alla natura e a miliardi di lucciole, e in quello ufficiale abbiamo fatto una festa di sei giorni stile Sud-America e come colonna sonora del rito c'era “Don't worry be happy” di Bobby McFerrin), in un attimo eravamo stati catapultati in un altro mondo. Sembrava di aver preso una strana droga, o di aver avuto accesso a un nuovo quadro del video game, come premio dopo aver superato il mostro; fatto sta che eravamo in un nuovo territorio, dove vigevano regole e dinamiche diverse, che io qui non racconterò per non rovinare la sopresa a chi avrà l'onore e il piacere di viverle in prima persona ;-)
Essendo estremamente attratta da tutto ciò che riguarda la vita delle donne e delle coppie, ho iniziato a osservare la questione anche da un punto di vista più analitico – sono pur sempre una sociologa, anche se strana :-D E cosa ho scoperto? Che si tratta di una fiaba, di principesse e principi che combattono e poi diventano regine e re, e dell'inizio di un nuovo entusiasmante viaggio, che prende le mosse dal bianco dell'abito (simbolo della fusione con l'infinito – i Musulmani lo usano al momento del trapasso e noi donne in quello del matrimonio), dai testimoni e dalla comunità che promettono di sostenere e aiutare l'amore nel corso degli anni a venire, e della festa, rituale catartico antichissimo, foriero di gioia, liberazione e abbandono alle forze della natura animale. Ciliegina sulla torta: il sesso, che in passato doveva addirittura essere il primo e portare alla luce un bambino (sono tutti simboli potentissimi!), mentre oggi è celebrazione dell'amore e del piacere di essere vivi.

Archetipi, magie e porte aperte anche per gay (di nuovo Gaia!), coppie di fatto e coppie sterili

La cosa fighissima è questa, secondo me: un'istituzione si instaura e dura nel tempo perché risponde a dei bisogni collettivi percepiti a livello di massa, non necessariamente capiti ed elaborati ma sentiti, solo che non è detto che si debba percorrere proprio quella strada per rispondere a quei bisogni!
Il nocciolo è la risposta a delle esigenze profonde, non l'istituzione in sé, che è solo un mezzo che noi usiamo, e non il fine ultimo – è per questo che esistono anche matrimoni che non sono assolutamente in grado di fornire una risposta adeguata al bisogno. Quale bisogno? Quello di trasformarsi, a un certo punto del proprio cammino, in regine e re.
Un matrimonio azzeccato e ben gestito nel corso degli anni è un matrimonio che consente alle donne e agli uomini di trasformarsi, addirittura trasfigurarsi, progressivamente, fino ad assumere le sembianze di regine e di re. È un cammino spirituale per coppie, in pratica, come tutto sommato risulta alquanto ovvio, giusto?
Focalizzato questo, è facile immaginare come sia possibile raggiungere lo stesso obiettivo anche in diversi altri modi (tra cui anche i miei corsi di formazione per coppie, tra l'altro) e per qualsiasi genere di persona; il matrimonio tra un uomo e una donna è la via più battuta, rientra nell'archetipo ancestrale automaticamente e in modo immediato, poiché affonda le radici molto lontano, in una terra immaginaria che la coscienza collettiva nutre da millenni, ma ci sono tante altre strade, tutte da scoprire (anche l'omosessualità e i rituali tantrici, in fondo, sono istituzioni antichissime, che durano da millenni). L'importante è vedere il bisogno profondo che sta alla base, che è universale, riguarda l'inconscio e gioca la sua partita esclusivamente nel regno simbolico, dove ci sono lo spazio e la magia della nostra psiche umana.

Ilaria Cusano


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